Aggiungeteci 700 secchi di vernice da due litri e mezzo, una gru idraulica manuale, un numero non quantificato di scope, strofinacci, rulli, pennelli e una quarantina di braccia animate dalla forza di una semplice idea: ridare alla città uno spazio pubblico, ripartire dalla periferia e dall’abbandono per creare nuove opportunità di sviluppo.
Sembrava un’impresa impossibile ma le buone idee e le soluzioni sono arrivate. Ed ecco che in breve tempo le porte di quel luogo riaprivano alla citta: nascevano le Manifatture Knos.
La vecchia scuola professionale si chiamava CNOS (Centro Nazionale Opere Salesiane). Abbiamo sostituito la C con una K, che è diventano il nostre segno distintivo, ma in qualche modo siamo rimasti connessi con le finalità originarie del posto: la formazione e la ricerca.
Le attività sviluppate nel Knos trovano reciproco nutrimento e condividono la capacità di interagire con il luogo e gli spazi. Cerchiamo di diffondere un nuovo modo di intendere la comunità attraverso la condivisione e la creatività, anche tra chi, da questi quattromila metri quadri di gres industriale rosso, ci passa per puro caso.
Lungo il cammino, intrapreso il 17 novembre 2007, abbiamo avuto modo di ospitare persone straordinarie, di essere palco di migliaia di attività diverse, di coinvolgere associazioni, scuole, persone, luoghi, idee. Abbiamo affrontato un numero sconsiderato di lavori di ristrutturazione, che ha allontanato i traguardi e rallentato il nostro operato, ma lo spirito e i valori sono rimasti invariati.
Tutto questo fare, con la mente e con le mani, ha plasmato le impronte digitali del Knos rendendolo uno tra i poli culturali più grandi e attivi della Regione Puglia, certamente grazie ai suoi spazi, ma anche alla sua apertura alle collaborazioni e alle sue visioni.