Il laboratorio, condotto da Fabrizio Parenti e Werner Waas, permette di entrare in contatto con un mondo poetico che trae le sue radici da un gioco dialettico con la contemporaneità. Il teatro viene usato come strumento per scardinare meccanismi e certezze, che altrimenti ci inchioderebbero ad un perenne status quo, al fine di creare un effetto liberatorio che apre spazi nuovi per il proprio agire. Si lavora sull’arte dell’attore come capacità di giocare sul confine fra poesia e verità, come capacità di stare dentro e fuori, di essere persona e personaggio, diventare autori del proprio agire. Un training di mobilità psichica, più che fisica, e di ascolto di ciò che accade. Il laboratorio è aperto a tutti, attori professionisti e non. I partecipanti prenderanno parte alle repliche dello spettacolo “L’addio”.