Il progetto verrà presentato il 29 novembre alle ore 19.00 presso le Manifatture Knos con:
Massimo Amato e Luca Fantacci - Università Bocconi
Paolo Perrone - Sindaco di Lecce
Francesco Giaccari - Preside della Facoltà di Economia dell’Università del Salento
La crisi monetaria dell’euro sta rischiando di mettere in discussione le comunità che a esso si sono affidate: la comunità europea, così come le comunità nazionali e quelle locali.
Numerosi sono ormai gli economisti che sostengono che la moneta unica non è l’unico modo, né il migliore, per intendere il rapporto tra produzione e scambio all’interno delle diverse comunità.
I progetti di moneta locale complementare, che sempre più si stanno diffondendo, si basano su teorie economiche che mettono in discussione questa impostazione, senza negare l’importanza che può svolgere una moneta internazionale come l’euro.
Infatti, chi propone progetti di moneta locale in modo serio e scientifico non promuove idee protezioniste, né la sostituzione dell’euro con tali monete. Si tratta piuttosto di mettere in piedi circuiti locali di monete complementari all’euro e quindi di saper distinguere tra ciò che è uno scambio interno a una comunità e gli scambi tra diverse comunità.
Se si tenesse conto di questa distinzione e la si mettesse in pratica, le crisi finanziarie di portata internazionale avrebbero un impatto molto meno devastante rispetto a quello che esse oggi provocano e che ci investe con tutta la sua forza.
Se si tenesse ferma tale distinzione, inoltre, sarebbe possibile vedere più chiaramente che la moneta non è innanzitutto un affare dei mercati finanziari, ma questione che attiene al senso stesso di una comunità.
La moneta è il luogo dell’incontro dei diversi mestieri e delle diverse professionalità, è il luogo stesso dello scambio e della cooperazione tra uomini. Per questo è così importante il suo ruolo e per questo le sue deformazioni sono così dannose per tutti.
Il progetto “Una moneta per Lecce”, ha come obiettivo quello di coinvolgere i cittadini e il partenariato sociale, insieme alle istituzioni cittadine, sulla comprensione, l’ideazione e la promozione di un sistema di finanza locale che ha come obiettivo generale quello di una vera e propria rigenerazione del tessuto economico e associativo della nostra città, sostenendo allo stesso tempo le imprese, i lavoratori e le associazioni no profit, ossia il cosiddetto terzo settore.
Si tratta, infatti, di ideare e promuovere una forma supplementare di finanziamento per le imprese, in un momento in cui il sistema bancario restringe le condizioni del credito; uno strumento per la contrattazione e la remunerazione integrativa del lavoro, in una situazione in cui i salari stagnano e la disoccupazione aumenta; una fonte sistematica e trasparente di finanziamento per il terzo settore, per far fronte a una domanda crescente di servizi sociali e a una diminuzione delle donazioni; uno strumento che permetta la crescita degli scambi economici locali, senza creare pressioni inflazionistiche; uno strumento per rendere possibili politiche locali senza aggravio di spesa, a fronte della crisi fiscale delle amministrazioni pubbliche.